GHOSTWRITER

La vostra storia è unica

Quante volte avete pensato che la vostra storia è unica e che meriterebbe di essere trasformata in un libro? Quante volte amici e parenti vi hanno esortato a farlo, “perché quello che ti è capitato è davvero incredibile”? Quante volte avreste voluto rubare tempo alla famiglia, al lavoro, ai mille impegni quotidiani, e ritagliarvi qualche ora, magari di notte, per lasciare libero sfogo all’impulso impellente di scrivere? E quante volte vi siete messi davanti al computer o al foglio di carta armati delle migliori intenzioni, per poi bloccarvi irrimediabilmente dopo aver scritto sì e no poche righe?

Se vi riconoscete anche solo in parte in questa descrizione, non disperate. Primo, non siete soli. Secondo, la soluzione giusta è a portata di mano e si chiama ghostwriter.

Cosa significa esattamente ghostwriter?

Questo termine significa letteralmente “scrittore fantasma”, una figura che in America e nei Paesi Anglosassoni è molto diffusa e che negli ultimi anni sta prendendo piede anche in Italia. In pratica, il ghostwriter è colui che scrive al posto vostro, colui che sceglie le parole e lo stile in grado di trasformare la vostra storia in una narrazione coesa e avvincente, viva e personale. Sì, perché le parole le mette lui, ma lo stile del racconto, quella che viene definita la “voce narrante”, deve essere il vostro. Leggendo, dovreste poter dire: “Sì, questo sono io!”. E sta proprio qui la caratteristica di un buon ghostwriter: possedere allo stesso tempo una grande capacità empatica e notevoli doti di equilibrio, per evitare di sovrapporre la propria voce a quella del protagonista, che deve emergere forte e chiara, unica e riconoscibile. Essere originale e creativo ma anche preciso e concreto, e soprattutto possedere un’ottima capacità di scrittura.

Perché dovreste scegliere un ghostwriter?

So già che molti potrebbero storcere il naso di fronte alla possibilità che qualcun altro scriva al posto loro. È comprensibile, perché mai dovremmo farlo se la storia è nostra? Eppure, ci sono molti buoni motivi per prendere in considerazione questa ipotesi, sgombrando il campo da sentimenti di “inferiorità” che sono assolutamente fuori luogo.

 Primo: scrivere è un mestiere, e in quanto tale è qualcosa che non tutti sanno fare. Come qualunque altro tipo di lavoro, è un’arte il cui apprendimento richiede anni di studio, formazione ed esperienza. Purtroppo, molto spesso nel nostro Paese le cosiddette professioni “creative” non vengono ancora adeguatamente riconosciute, né tanto meno remunerate. E siccome si tratta di capacità più astratte e difficilmente quantificabili rispetto ad altre, è ancora più complicato capire che in realtà si tratta di competenze precise, che richiedono doti precise e un preciso percorso professionale. Esattamente come ci rivolgiamo a un architetto per progettare una casa o a un medico se abbiamo problemi di salute.

Secondo: non tutti hanno voglia di scrivere. Oltre a essere un mestiere, scrivere bene è faticoso. Immaginate un viaggio affascinante ma discontinuo, fatto di slanci improvvisi e violente battute d’arresto, pieno di buche e trabocchetti, strade chiuse e passaggi dal “via”. Insomma, non tutti hanno voglia di sottoporsi a quella che a tratti può diventare una vera e propria tortura. Ciò non toglie però che la voglia di raccontare rimanga, quindi perché non lasciare ad altri il lavoro sporco? A voi toccherà comunque l’impegno – non da poco – di raccontare e ripercorrere la storia di una vita, oltre che quello di correggere e integrare i capitoli che man mano vengono prodotti dal ghostwriter.

 Terzo: non tutti hanno il tempo di scrivere. Può darsi che siate tra coloro che amano scrivere e che avrebbero voglia di cimentarsi con quella che a tutti gli effetti è una vera e propria avventura, ma per mille motivi non avete il tempo materiale per farlo. Magari fate un lavoro che vi appassiona e vi assorbe in modo esclusivo, e proprio per questo siete riusciti a raggiungere quei risultati eccezionali che adesso volete raccontare in un libro. Non c’è nulla di male nel prenderne atto, ma sarebbe davvero un peccato rinunciare al vostro sogno nel cassetto, oppure a un progetto al quale tenete che rischia di non essere preso in considerazione se non viene esposto nel modo giusto. La vostra storia, la vostra idea merita di essere raccontata: c’è chi ha il tempo e le competenze per farlo al posto vostro.

Quarto: anche se la scrive un altro, la storia rimane vostra. Qualcuno potrebbe preoccuparsi che affidando la propria storia a un ghostwriter si possa perdere in spontaneità e originalità. Se sceglierete un professionista valido, posso assicurarvi che questo problema non esiste. Anzi, un bravo ghostwriter saprà valorizzare al meglio gli elementi che vi rendono unici, o che voi sceglierete di sottolineare. Chi scrive per voi è un po’ come un portavoce, che raccoglie da voi gli elementi essenziali per poi combinarli in modo da far emergere il filo rosso della storia in modo originale e inedito. Alla fine il libro sarà “vostro”, non solo uscirà con il vostro nome ma sarete solamente voi a possederne la paternità e tutti i diritti d’autore.

Ma allora, chi dovrebbe rivolgersi a un ghostwriter?

Chiunque abbia bisogno di trasformare una storia, un progetto, un’idea, un discorso in un insieme di contenuti inediti, originali ed efficaci. Non solo chiunque voglia mettere su carta la storia della propria vita o della propria attività, ma anche chi da tempo vorrebbe cimentarsi con un romanzo, un saggio o un manuale sugli argomenti più disparati, e non sa da che parte cominciare.

In ognuno di questi casi, che si tratti di un privato o di un’azienda, basta avere una storia da raccontare. Grande o piccola che sia. Da valorizzare, da custodire, da trasmettere alle nuove generazioni, che spesso non conoscono abbastanza le proprie radici e si meravigliano di quanti sacrifici, difficoltà, entusiasmi e avventure abbia vissuto chi li ha preceduti.

Come scegliere la persona giusta?

Ricordate: a prescindere dalle qualità professionali, che dobbiamo dare per scontate, per scegliere il vostro ghostwriter andate a pelle. Parlateci, incontratelo, e vedete che impressione vi fa. Dovete essere in sintonia, sentirvi capiti per come siete e per ciò volete. Si deve stabilire un rapporto speciale, perché speciale è la vostra storia che non va affidata al primo venuto. La sensazione dev’essere la stessa di quando provate un vestito su misura che vi cade a pennello, o di quando indossate il vostro paio di scarpe preferito: in sua compagnia dovete sentirvi a casa. Quindi fiducia, empatia, rispetto, professionalità – e perché no, anche un pizzico di simpatia – sono le qualità che dovete ricercare. Fidatevi del vostro istinto!

Quanto può costare un servizio di ghostwriting?

Scrivere un buon libro è un lavoro molto più lungo e faticoso di quanto si possa immaginare. Richiede mesi di lavoro e, come abbiamo visto, una professionalità ben precisa e una sensibilità che non tutti possiedono.

I costi ovviamente dipendono dal tipo di libro che volete e dalla sua lunghezza, oltre che dall’esistenza o meno di un testo di base, seppure a uno stato grezzo (in questo caso ovviamente il prezzo del servizio si abbassa).

Di solito si fissa un costo a cartella editoriale (l’unità di misura standard per i testi di Word e in generale per i dattiloscritti, corrispondente più o meno a una pagina) per arrivare a stabilire un forfait, che può comprendere anche gli incontri necessari per le interviste e la sbobinatura del materiale audio.

Purtroppo anche in questo campo sono troppi coloro che si spacciano come professionisti seri senza esserlo affatto, e molti clienti cadono nella rete finendo inconsapevolmente per abbassare gli standard del mercato. Quindi se pensate di poter far scrivere un buon libro con poche centinaia di euro, siete fuori strada: anche e soprattutto parlando di scrittura, la qualità è merce rara e va pagata il giusto.

Il ghostwriter: un esempio eccellente

 Se volete capire qual è il senso profondo della figura del ghostwriter e come questo ruolo possa essere interpretato al meglio, leggete Open, la biografia dell’ex tennista Andre Agassi pubblicata da Einaudi nel 2009, giustamente famosa per la scrittura di alto livello e per lo stile personale e avvincente. Dietro il successo di questo libro, che viene letto ancora oggi da centinaia di ragazzini che all’epoca di Agassi non erano neppure nati, c’è in gran parte J.R. Moehringer, giornalista e scrittore americano che Agassi ha scelto come suo ghostwriter: aveva iniziato come fattorino al New York Times prima di arrivare a vincere il premio Pulitzer per il giornalismo e diventare infine uno scrittore di fama (suo tra l’altro il bestseller autobiografico Il bar delle grandi speranze).

Prendi in mano il libro e dopo poche pagine è fatta, non riesci più a metterlo giù perché le frasi si susseguono sulla carta come i colpi su un campo da tennis, tese, essenziali, taglienti e imprevedibili. In Open c’è tutto Agassi: il suo infinito talento, la sua estrema fragilità, le sue mille manie. Tutto prende vita davanti ai nostri occhi con una lucidità e un candore disarmanti. E mai, neppure una volta, Moeringher ha la tentazione di sostituirsi al vero protagonista della storia: un bravo ghostwriter deve rimanere sempre sullo sfondo, nell’ombra, perché il suo compito è quello di trasformare in narrazione i pensieri e le azioni di chi occupa il centro della scena.

È un legame intimo e profondo quello che si crea tra chi racconta e chi narra, tra chi ha vissuto e chi scrive. Se l’incontro è positivo, come in questo caso, il risultato è un mix perfetto di bravura e naturalezza, di struttura e semplicità, di pensiero e sentimento. Nel tennis come nella vita, tutto si alterna senza soluzione di continuità, e per non essere colti di sorpresa, per mandare ancora una volta la palla al di là della rete, bisogna tenere gli occhi aperti e i piedi ben piantati a terra. Capire se è il caso di muoversi o stare fermi, di difendere oppure attaccare, di dare il massimo o risparmiare le energie. Gioco, partita, incontro. Il bello è che c’è sempre un vincitore, ma non è mai finita.