Il precario castello di carta sul quale si è retto in questi anni il mondo dell’editoria rischia di crollare. Già da un paio d’anni infatti il costo della materia prima – la cellulosa ottenuta dallo spappolamento del legno – è salito vertiginosamente, a causa della pandemia e delle conseguenti difficoltà di trasporto e comunicazione. Adesso però si è aggiunto anche l’aumento globale del prezzo dell’energia, che colpisce tutti i settori ma in misura maggiore quelli più “energivori”, tra i quali rientra senza dubbio la filiera del libro. Secondo Assocarta la filiera italiana, che va dalle cartiere fino ai produttori di imballaggi, dagli stampatori ai produttori di macchinari per la stampa, vale circa 22 miliardi di euro all’anno, equivalenti all’1,3% del PIL.
Per produrre carta ci vuole acqua, molta acqua, ma poi questa quantità dev’essere assorbita e per farlo occorre un enorme dispendio energetico. Le nostre cartiere producono 9 milioni di tonnellate di carta all’anno, delle quali circa il 20% sono carte “grafiche”, destinate cioè all’editoria, alla pubblicità, ai cataloghi e ad altre pubblicazioni. Abbiamo già rinunciato a produrre la carta dei quotidiani, che acquistiamo in gran parte dalle multinazionali che hanno sede nei Paesi nordici. Il rischio è che si debba tagliare drasticamente anche su quella per i libri, magari puntando su una definitiva esplosione degli ebook.
Ma le cose non sono così semplici. Per i grandi gruppi editoriali italiani il mercato digitale è ancora secondario, e anche un suo eventuale incremento difficilmente porterebbe quei fatturati dei quali il comparto ha un bisogno essenziale, soprattutto con la concorrenza spietata dei colossi come Amazon e Apple, che dispongono di livelli di liquidità per noi irraggiungibili. Per mantenere un margine di guadagno simile a quello del libro cartaceo, un editore sarebbeche costretto a vendere un ebook alla metà del prezzo di copertina del suo omologo di carta: cosa impossibile se pensiamo che il prezzo medio di un libro “vero” è di circa 15 euro, e che su Kindle gli ebook più venduti sono compresi fra 1,99 e 3,99 euro.
E allora? La sfida è aperta, ma non c’è dubbio che nei prossimi due decenni i grandi gruppi editoriali saranno costretti a ridimensionare in modo drammatico il proprio assetto. Unica consolazione, il probabile aumento del “print on demand” e dei cosiddetti “self-publisher” (che si affianca a quello, altrettanto consistente, di coloro che scelgono di rivolgersi a un professionista capace di trasferire quella storia sulla carta nel modo migliore, il ghostwriter. Sempre che riescano a resistere alla pressione di Amazon, che tanto per cambiare si è posizionata all’avanguardia. anche in questo campo…